Musica

Vasco Barbieri racconta il suo percorso musicale

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Quando hai deciso di dedicarti alla musica e perché? 

Nel 2019, dopo anni di esibizione nei caffè letterari della Capitale, mi è stata offerta la possibilità di incidere il mio primo album The Turtle. Da allora il mio progetto da musicista ha iniziato a strutturarsi sino a portarmi ad acquisire coraggio e scegliere di dedicarmi esclusivamente alla musica. Penso che molte altre persone possano aver incontrato i miei stessi ostacoli durante il loro percorso di crescita e credo quindi che condividere con loro le mie canzoni, che parlano del superamento di tali ostacoli, potrebbe aiutare a capire di essere parte di un tutto, facendoci sentire meno soli e reagire per diventare più forti insieme.

Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della musica? Raccontaceli. 

Il mio primo incontro con la musica è avvenuto quando avevo 8 anni. Quando sono tornato a casa dopo il lungo percorso di riabilitazione in seguito ad un incidente che mi aveva fatto perdere la memoria e abbassare la vista, mia madre aveva preso un pianoforte: è stato amore a prima vista e, da allora, è diventato il mio rifugio, il mio mondo, la mia salvezza. Il rapporto con il piano è proseguito anche quando, dopo l’università, sono andato a vivere da solo e ho dovuto venderlo per sopravvivere; per fortuna mio nonno mi regalò la sua tastiera. Da allora ho iniziato ad indagare la musica nei suoi molteplici aspetti alternandomi fra la tastiera del computer e quella musicale arrivando a fondare un blog d’informazione musicale, che ho chiamato Il Pianoforte Intuitivo (ilpianoforteintuitivo.altervista.org) proprio per definire il mio approccio “intuitivo” alla musica. Tuttavia la tastiera non mi bastava, ero alla continua ricerca di un pianoforte da suonare: quindi vagavo per i caffè letterari del centro con pianoforte, per trovare un suono più rotondo e una meccanica più reale; da allora ho suonato regolarmente nei locali, finché non mi è stata offerta la possibilità di incidere le mie canzoni. Fortunatamente oggi ho a casa un Petrov e trascorro il tempo a studiare ed approfondire la musica in ogni sua sfaccettatura scoprendo che non si smette mai di imparare e tutto questo studio, ovviamente, costituisce la fonte delle mie intuizioni artistiche.

Qual è il tuo genere musicale? 

Il mio genere musicale è stato definito Pop-Rock e in ogni brano cerco di inserire sapori classici e, perché no, orientali; la mia ricerca è volta a creare ponti fra il mondo del reale e quello della Verità individuali, attraverso l’unione tra le passioni del pop e l’ordine armonico della musica classica.

Quali artisti hanno influenzato la tua scelta musicale? 

Sono cresciuto imbevuto dalla ricerca musicale di artisti come Billie Joel, i Commodores, Police, Phil Collins, Lou Reed, Pink Floyd, Stevie Wonder, De Andre, De Gregori, Dalla, ecc. Di recente ho scelto di rompere quei canoni e sto provando a condirli con sonorità più elettroniche influenzate dai Coldplay, Muse, Cinematic Orchestra, James Blake, Woodkid, Jon Hopkins, Portishead. Il mio obiettivo oggi è riuscire a trovare un connubio fra musica classica e tutte queste mie passioni.

In questo periodo sei salito su un palco?

Diciamo che dall’inizio dell’estate non ho ancora avuto il piacere di esibirmi live; mi erano state fissate due date a Brescia ma, purtroppo, ho dovuto bloccare tutto a causa del Covid. Ma non demordo e, nell’attesa di fissare nuove date, continuo imperterrite a lavorare sulla comunicazione del mio ultimo progetto che riguarda 4 singoli con i rispettivi video, di cui Portami con te rappresenta il primo; essi costituiscono una tetralogia che rappresenta l’evoluzione psicologica e musicale dell’ultimo periodo, di cui il cambio della lingua è un simbolo: finalmente ho acquisito il coraggio di esprimermi, di comunicare le mie sensazioni in lingua italiana, abbandonando, forse per un po’, l’inglese che aveva dato voce al percorso rappresentato dal mio primo album The Turtle..

Che cosa pensi dei Talent Show? 

Non mi è mai capitato di partecipare ad un Talent, quindi ne posso parlare dall’esterno: credo che costituiscano un grande trampolino di lancio per molti talenti e, soprattutto, che siano una sfida molto difficile sia da un punto di vista personale che professionale. Oggi il mercato è molto cambiato, quindi si è invitati a confrontarsi con i media sin da subito, ed i Talent show hanno un forte impatto mediatico.

Cos’è la musica per te? 

Per me la musica rappresenta la Salvezza, la Vita: essa è aria, lava, pioggia, natura, il contorno e l’essenza di ogni cosa. La possibilità di trovare o cambiare un equilibrio. Un’ispirazione o un tormento. Fare musica, inoltre, significa trovare corrispondenze e non potrei non essere un musicista.

Descrivi il tuo ultimo singolo con 3 parole.

Spumeggiante, Fresco, Estivo” “Ballereccio, Coinvolgente, Divertente” “Sognante, Profondo, Speranzoso”, in realtà sono 9 ..ma rappresentano tre triadi di sostantivi.

Quando prevedi di uscire con nuovo album? 

Per il momento, tra Agosto e Dicembre 2022, usciranno altri singoli: sarà una tetralogia, di cui Portami con te rappresenta il primo passo, basata su uno stretto collegamento tra ciascun singolo e relativo videoclip; purtroppo temo che la forma dell’album, in questa fase in cui ci si affida ad algoritmi ballerini e instabili, non sia più molto richiesta dal mercato. Senz’altro un giorno vorrei poter pubblicare un mio vinile, ma il percorso sarà lungo e ricco di cambiamenti: voglio sperimentare molti generi e stili. Per ora un passo per volta.

Sei molto noto anche allestero, trovi che ci siano delle differenze tra il pubblico italiano e quello straniero?

Il discorso è molto complesso: la distribuzione funziona in modo differente nei diversi territori. Credo che la comunicazione su internet abbia delle strade molto articolate che seguono percorsi di un’economia sempre più ballerina. Dai riscontri, comunque, ho potuto constatare che dall’oriente viene apprezzata e condivisa maggiormente la mia intenzione olistica di creare un movimento di rinascita unanime. Ovviamente l’aver composto il mio primo album in inglese abbia facilitato la ricezione all’estero, penalizzando invece la fruizione della mia musica in Italia. Per questo motivo ho scelto di prendere coraggio e comporre in italiano..affinché la mia musica possa arrivare ed essere compresa nel profondo in ogni parte dell’Italia e non vedo l’ora di poter esibirmi live.

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