CinemaFestival di VeneziaNews

Venezia 78, Il collezionista di carte (The Card Counter): conferenza stampa con Paul Schrader e il cast

0

Il collezionista di carte (The Card Counter) vede il ritorno al lido di Paul Schrader con un film in concorso, una pellicola complessa che ci parla del senso di colpa. Curiosamente la pellicola è già uscita già nei nostri cinema, forse il distributore (Lucky Red) non pensa possa vincere, o viceversa conta su una possibilità di un premio che faccia da traino in sala. Nel cast troviamo Oscar Isaac, Tiffany Haddish e Tye Sheridan,  il film è nato in collaborazione con Martin Scorsese.

Il tema caro a Schrader è sempre stato il senso di colpa e la redenzione, e il personaggio interpretato da Oscar Isaac è sicuramente il più misterioso  di quelli scelti dal regista  in una pellicola sorprendente.

Paul Schrader: “Il problema secondo me è la mancanza di responsabilità che pervade la nostra società contemporanea. Nel film abbiamo un personaggio che è stato perdonato dalla società ma non da sé stesso. Sono partito da una domanda: cosa può aver fatto di così terribile e imperdonabile? Per questo motivo ho scelto un caso come Abu Ghraib, perché è una macchia indelebile per l’intera nazione, non solo un crimine”. A proposito di memoria relativa a crimini di guerra il regista ha aggiunto come “i soldati americani presenti all’aeroporto di Kabul nei giorni scorsi avranno senz’altro degli spiacevoli ricordi” e prosegue “E’ un personaggio che non si è perdonato e si comincia pensare a cosa possa aver fatto e si pensa ad Abu Ghraib che è una cosa capace di macchiare la nazione e sopravvivrà a tutti noi. Per questo sono arrivato a questo personaggio”

Chi di voi ha mai giocato d’azzardo?

Tiffany Haddish: “Io gioco per al massimo 20 dollari magari per 2 ore e poi me ne vado. Ho giocato d’azzardo pagando l’affitto, ho giocato sulla mia vita andando a lezione di recitazione”.

Oscar Isaac: “Ho giocato d’azzardo andando a New York per ottenere la mia prima parte. Ho giocato d’azzardo al Casinò durante le riprese e ho anche guadagnato, ma non lo faccio solitamente”

Riflettendo su cosa sta accadendo in questi giorni a Kabul cosa ci può dire.

Paul Schrader: “Ci aspettavamo il declino americano in Afghanistan, forse non eravamo così eccezionali. Nel mio primo film ero giunto ad una conclusione marxista e tutti pensavano che lo fossi, ma non lo sono. Nei film si fanno piccole considerazioni, mai grandi verità.”

Da dove è partita la costruzione del suo personaggio a dir poco originale.

Oscar Isaac: “Ho fatto un casting con lui poco dopo aver lasciato la scuola, ho vinto il provino ma purtroppo il film non si era fatto. Poi ci siamo risentiti e aspettavo una sua mail da anni. Volevo davvero fare un personaggio di questo tipo”

Paul Schrader : “L’ho scritto il personaggio pensando ad Oscar”.

Oscar Isaac: “Tutti i personaggi che mi attraggono sono strani, William è il più misterioso. Anche essere così misterioso non mi permetteva di capire la direzione della storia. L’ho letta ancora e ancora per capire dove risiede il trauma”

E il suo personaggio ?

Tiffany Haddish: “La Linda osserva molto e legge le persone, ha subito un trauma che ha superato. Ogni storia ha bisogno di luce, il mio la porta. Non è stato facile, prima delle prove ho parlato con amici giocatori professionisti e mi hanno insegnato molto. Pensavo fossero persone viscide, sono stata terribile nei primi giorni ed invece ho capito che non è così”

Nel corso della conferenza Paul Schrader racconta un aneddoto su Martin Scorsese: ” Ai tempi di Taxi Driver chiesi a Martin per quale motivo avesse scritturato un comico come Albert Brooks. Lui mi rispose che un comico riesce sempre a rendere un personaggio interessante, anche se sulla carta rischia di non esserlo. Quando ho iniziato a dirigere i miei film ho sempre tenuto a mente questo prezioso insegnamento. Ho spesso utilizzato attori comici che portano una vita particolare ai loro personaggi”

Come vi siete preparati nel diventare esperti giocatori di azzardo.

Oscar Isaac: “Abbiamo letto la sceneggiatura per una settimana tutti insieme, poi per circa un mese abbiamo lavorato con gli esperti del gioco d’azzardo. Poi abbiamo cercato di trovare delle scene vere, tanta lettura e lavoro per conoscere meglio i dettagli della vita quotidiana.”

Tie Sheridan “Credo che il lavoro che abbiamo fatto ci abbia permesso di conoscere Paul. Un giorno ho avuto dei problemi con una battuta, lui mi ha spiegato che non potevo cambiarla perché i suoi personaggi parlano in quella maniera. Abbiamo ottenuto più informazioni possibili sui fatti raccontati nel film”.

Sappiamo di un apporto fondamentale da parte di Scorsese a questo film

Paul Schrader: “Ho lavorato con Scorsese per quattro film, poi ci siamo separati. Stavo lavorando ad un format per la tv e nel mentre c’è stata la possibilità di lavorare a questo film e ci sembrava giusto concludere in questo modo le nostre carriere”.

Le difficoltà di realizzare la pellicola in questo particolare momento? 

Paul Schrader: “Ogni tre mesi il mondo cambia, viviamo in una bolla in questo momento. Non è mai stato facile fare un film, ma ora è difficile guadagnarci. Tutti possono fare un film con il telefono, ma non molti possono vivere di cinema. Io sono fortunato perché ho tenuto la mia fama prima del digitale. Non vorrei proprio dover costruire ora la mia carriera”.

Nel film lei presenta quella che nel gergo si chiama faccia da Poker, quanto è stato complicato realizzare queste movenze.

Oscar Isaac: “Si in realtà mi sono messo una maschera, in 3 giorni ho lavorato con il mio insegnante per avere una maschera neutrale giocando a carte e lavorando su diversi fronti. Ho cercato di vedere come il linguaggio del corpo potesse cambiare. Quando il personaggio conosce la Linda cambiano le intenzioni e anche le movenze. Ho cercato diversi modi diversi di esprimermi”.

Paul Schrader: “L’occupazione stessa di giocatore è una maschera, non serve per nascondersi. Anche il taxi di fatto poteva essere una maschera, la vera domanda è il perché avviene”.

Il carcere di Abu Ghraib viene rappresentato in modo crudo, come siete riusciti a dare un effetto fin troppo realistico.

Paul Schrader: “Abu Ghraib di fatto non era come la abbiamo rappresentata, abbiamo creato una sorta di labirinto e quello che rappresentiamo è qualcosa creato nelle nostre menti. Non volevamo ricreare la storia per fare un lavoro fedele a quel luogo, ma sul set abbiamo creato una memoria di quello che rimane”.

Oscar Isaac: “Ci sono dei limiti anche per gli stuntman, è  stato fatto tutto in modo sicuro. Per quanto mi riguarda io avevo delle fotografie che guardavo spesso, abbiamo sentito vergogna e disgusto per quelle scene. In una scena il mio personaggio sentiva di fare qualcosa per il suo paese, era parte della follia del momento”.

Photo Credits La Biennale di Venezia ASAC- Jacopo Salvi

Venezia 78, E’ stata la mano di Dio: conferenza stampa con Paolo Sorrentino

Previous article

Venezia78, cresce l’attesa per il “Sorriso Diverso Venezia Award”. Arianna è la madrina

Next article

You may also like

Comments

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

More in Cinema