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Venezia 78, E’ stata la mano di Dio: conferenza stampa con Paolo Sorrentino

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Grande successo per la presentazione del nuovo film di Paolo Sorrentino  E’ stata la mano di Dio , accolto con oltre 10 minuti da applausi al termine della proiezione e ci colloca già come uno dei  possibili vincitori del Leone D’oro. In conferenza stampa Sorrentino e il suo cast hanno raccontato la loro avventura cinematografica.

Paolo Sorrentino cita Bukowski e spiega: “C’era stata una parte d’amore nella mia. Vita da ragazzo e del dolore, ho compiuto 50 anni e mi sentivo pronto per fare qualcosa di personale. La frase rappresenta una bellissima metafora, fu detta da un campione che per me ha sempre avuto un potere semi divino.”

Cosa avrebbe detto Maradona del suo film? E quale è stata la sua reazione alla notizia della scomparsa del campione

Paolo Sorrentino: “Il mio più grande desiderio era farglielo vedere, purtroppo non era accessibile a tutti e non ne ho potuto parlare con lui. Non penso che Maradona sapesse del film, credo forse qualcuno dell’entourage. Cosa ho provato per la sua morte? Un lutto e non sono capace di esprimerlo a parole”.

Il suo sodalizio con Sorrentino prosegue, cosa ci può raccontare di questa storia.

Toni Servillo: “Nel corso di questa lunga e felice collaborazione Paolo mi aveva già accennato che mi avrebbe chiesto di fare il padre. Ci ha dato a me e Teresa lo spunto di apparire molto innamorati. Diciamo che il padre e la madre quando se ne vanno costringono Fabietto a vivere con dei miti che arrivano dal calcio e al cinema”

Teresa Saponangelo:” L’affetto tra me e Paolo è cresciuto con questo film. Era una sfida grande mettermi accanto Toni, non avevamo certezza del risultato”.

Paolo Sorrentino: “In Fabietto cercavo un attore bravo nella speranza che potesse dirigersi da solo. Mi sembrava avesse la stessa timidezza e senso di inadeguatezza. Qui si richiedeva un coraggio differente, ce n’è voluto di più a scriverlo piuttosto che farlo. Io sono venuto qua 20 anni fa con la possibilità di avere un inizio, qui mi piace vederlo come un nuovo inizio”

Come si è preparato per il ruolo di Fabietto?

Filippo Scotti: “Ho deciso di passare il mese di agosto a Napoli e dedicarmi alla lettura di libri e guardare film che potessero piacere a Fabietto. Volevo trovare quella malinconia che l’estate riesce a trasmettermi. Ogni giorno sul set era un nuovo inizio e una sfida. Non mi sono mai sentito in balia delle onde, è stata una fortuna e un onore lavorare con Paolo. Quando senti un cast del genere e una famiglia così è bello”.

Il ruolo della zia Patrizia come lo hai costruito?

Luisa Ranieri: “Mi sono resa conto che c’era tutto di Patrizia nella sceneggiatura. Ho cercato di restituirla affidandomi completamente a Paolo, non so neppure se sia realmente esistita questa zia e non gliel’ho chiesto. Il mio compito era restituire il bellissimo personaggio scritto”.

La scena della morte dei genitori è un passaggio fondamentale della pellicola come è stato riviverla dopo tanto tempo.

Paolo Sorrentino: “La salvezza è che stavo facendo un film e pensavo ad altro, se fossero vestiti bene e se la macchina da presa è stata messa in modo corretto”.

e aggiunge Toni Servillo:  “Ho visto il solito Paolo Sorrentino, con la sua solita determinazione. Non so se questo possa essere un nuovo inizio, chi può dirlo. Quando Capuano dice a Fabietto se tiene una cosa da dire lui gli dice di sì senza dirlo però. Io posso dire di essere felice di aver detto negli ultimi 20 anni delle cose insieme. Lui diceva che ero un fratello maggiore, sono stato promosso sul campo papà. Poi devo dire che nonostante il dramma come accade spesso nella vita se ride e se piagne”.

Ma i film sud tirolesi che vediamo nella pellicola sono una invenzione cinematografica oppure..

Paolo Sorrentino: “Esistevano davvero i film sud tirolesi che si vedono nel film. Ovvio che un film abbia delle esigenze che sono imprescindibili e non tengono conto né di storia, gioie e dolori. A volte le cose sono vere, altre sono false. Quello che però non doveva essere tradito sono i sentimenti che devono essere provati da ragazzo. Questo è anche il motivo del perché il film è semplice. Non ho avuto voglia di dedicarmi ad altro, capisco la curiosità del vero o falso, ma se avessi avuto una zia come Luisa la mia vita sarebbe stata diversa. I miei vicini invece davvero erano amanti del Tirolo”.

Photo Credits La Biennale di Venezia – Foto ASAC -Jacopo Salvi

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