E’ un Villaggio inedito quello raccontato nel documentario “Mostruosamente Villaggio”, presentato al recente Bari International Film Festival ed andato in onda a fine marzo su Rai Tre.
Il docufilm, avvalendosi delle testimonianze della moglie Maura Albites, dei figli Pierfrancesco ed Elisabetta e di amici quali Adriano Panatta e Renzo Arbore, racconta il Paolo Villaggio scrittore (oltre trenta pubblicazioni all’attivo), autore (indimenticabile la ballata su Carlo Martello composta insieme a Fabrizio De Andrè) ed orgoglioso cittadino della sua Genova.
E’ un altro comico genovese, Luca Bizzarri, a condurci tra gli scorci più belli della città per raccontarci il Paolo Villaggio pungente, colto, sofisticato, intelligente ed al contempo complesso e malinconico. Insieme di caratteristiche che, sebbene non di facile visibilità, si nascondevano dietro ai suoi personaggi.
E’ il 1967 l’anno che segna la svolta del comico fino ad allora saltuario artista di cabaret a conclusione delle giornate lavorative presso l’Italimpianti, colosso del settore ingegneristico in ambito siderurgico e metallurgico.
E’ stato un giovane Maurizio Costanzo a capire le potenzialità dell’attore ed a proporgli di esibirsi a Roma nel piccolo locale di cui era direttore artistico.
Spronato dalla moglie, Villaggio decide di non lasciarsi sfuggire l’occasione.
Si trasferisce quindi nella capitale prendendosi un’aspettativa dal lavoro cui non tornerà più, ma i cui ricordi saranno la linfa delle disavventure del ragionier Ugo Fantozzi pubblicate da Rizzoli nel 1971.
Il libro fu un successo tale che si tramutò nel film capostipite del 1975 per la regia del suo amico Luciano Salce.
A questo ne seguirono tanti altri, molti dei quali diretti da Neri Parenti che fornisce il suo contributo nel documentario arricchendolo di aneddoti interessanti.
Oggi il mito di Fantozzi è senza tempo e destinato a non tramontare mai.
Come testimoniato, tra l’altro, dalla collezione di modellini che sta diventando un vero e proprio cult tra i collezionisti: “Fantozzi – La collezione clamorosa anche a rate”.
Troppo belli ed iconici per non essere posseduti da noi avidi cinefili.
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