Quando venne annunciato il sequel di Blade Runner 2049 in molti hanno storto la bocca ma alla fine ha avuto ragione Denis Villeneuve. Quando hanno annunciato la nuova trasposizione di Dune, romanzo pietra miliare della fantascienza su cui tra gli altri ha basato molto del suo Universo di Star Wars George Lucas, quasi tutti avevano dato del pazzo a Denis Villeneuve. Alla fine il cineasta canadese ha avuto ragione perché l’opera che abbiamo avuto il grande privilegio di vedere in anteprima al Festival di Venezia è una di quelle per cui vale ancora la pena che il cinema esista.
Dalla regia fino alla scenografia ogni comportato tecnico ha lavorato alla perfezione per regalarci un film perfetto in ogni sua forma, un’opera visivamente immersiva e potente in grado di permetterci di vivere davvero un’esperienza cinematografica a 360º. Dune però non è soltanto spettacolo visivo, ma molto di più dato che il romanzo da cui è tratto andrebbe studiato nelle scuole di sceneggiatura: una storia appassionante, che viene portata per la prima volta sullo schermo nella sua interezza rispetto a quanto vedemmo nella versione di David Lynch. Tutto questo grazie all’impegno di Villeneuve, che dopo questa ennesima impresa produttiva sembra essere entrato nell’Olimpo contemporaneo del genere al fianco di maestri come Spielberg e Nolan.
Dune può contare anche su un cast semplicemente straordinario, in cui c’è la consacrazione di Timothee Calamet e la definitiva esplosione di Zendaya, anche se lei appare molto sullo sfondo quasi come una musa incantatrice. Chi è straordinaria protagonista è invece Rebecca Ferguson, ma lasciano ottima impressione anche Oscar Isaac, Jason Momoa, Javier Bardem, ma soprattutto Stellan Skarsgaard. La certezza è che Dune farà il pieno di Oscar tecnici e che il rinnovo per un secondo capitolo arriverà quanto prima, anche perché sarebbe un crimine per la settima arte non portare a compimento quantomeno la parte due anche se nella meravigliosa mente di Villeneuve c’è spazio per una trilogia.
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