Lino Guanciale si è guadagnato di diritto il titolo di “re della fiction italiana”, dato che negli ultimi anni la Rai lo ha scelto per tantissimi ruoli da “Che dio ci aiuti” a “Non dirlo al mio capo”. Ora però sta tornando con “L’Allieva” la cui terza stagione dovrebbe essere anche l’ultima. La coppia Claudia Conforti, per le fan semplicemente CC, e Alice Allevi ha fatto letteralmente innamorare il pubblico “obbligando” di fatto la produzione ha chiudere il cerchio con una terza stagione. Noi abbiamo incontrato Lino Guanciale in occasione della presentazione in cui ci ha raccontato come evolverà il rapporto con il personaggio interpretato da Alessandra Mastronardi, ma anche di un fratello (con il volto di Sergio Assisi) pronto a sconvolgere gli equilibri. Una chicca anche sull’amore, che finalmente nel privato Lino Guanciale ha trovato con la sua Antonella sposata pochi mesi fa in Campidoglio.
Lino Guanciale , come evolverà il tuo personaggio in questa stagione? Abbiamo letto che Claudio si troverà a dover affrontare dei momenti di difficoltà.
Il fatto che Claudio si trovasse ad affrontare un momento di crisi è stato quello che mi ha spinto a prendere parte alla terza stagione. Di fronte ai grandi cambiamenti della vita e a momenti di risacca non bisogna mai smettere di studiare. Se dall’esterno non arrivano nuove suggestioni bisogna andarle a cercare. Questo è quello che cerco di fare sempre.
In questa terza stagione Alice non è più l’allieva ma ormai siete colleghi.
Quello che vedrete è quello che accade normalmente quando il rapporto tra maestro e allievo si incrina perché l’allievo acquista la sua autonomia. Chi ha vissuto questa dinamica con un proprio docente universitario o con i propri genitori sa benissimo che la fase critica è quella in cui bisogna riconfigurare un rapporto tra persone autonome in cui non sussiste più una verticalità. Alice entrerà nella fase più bella della sua vita in cui comincerà a fare il mestiere per cui ha studiato tanto e per cui ha grande talento. Conforti si trova a dover fare delle scelte che lo portino a fare un ulteriore salto in avanti. Credo che guardi con nostalgia alla fase che vive Alice. Claudio patisce un momento di insoddisfazione personale che dovrà affrontare con gli strumenti affettivi che ha che però sono pochissimi. Conforti è un barbaro dal punto di vista sentimentale e deve ancora imparare molto. Vedremo se ce la farà in questa terza stagione.
Nelle scorse stagioni Conforti ha vissuto anche dei momenti altalenanti con Alice. Secondo te cosa non dovrebbe mai togliere l’amore?
Secondo me l’amore non dovrebbe mai mettere di fronte ad un bivio esclusivo per quanto riguarda la realizzazione personale. Che ad un certo punto si facciano delle scelte che appaiono limitative per le proprie carriere può essere fisiologico ma deve trattarsi di scelte libere. E’ davvero difficile riuscirci perché quando stai con una persona ti rendi conto che il campo d’azione è limitato rispetto a quando si è da soli. Una scelta riesco a farla fino in fondo se ho accanto a me qualcuno che già con la sua presenza mi pone delle alternative con le quali fare i conti. E’ molto difficile che non sorgano conflitti ma sono sicuro che è possibile raggiungere una libertà se si parte da un punto di vista comune ovvero il fatto che l’amore non debba diventare una gabbia per nessuno.
Si parla di questa come una serie al femminile. Non pensi sia sbagliato dare un’etichetta di genere?
Credo che sia necessario fare una distinzione tra serie che più o meno con leggerezza ma senza mancare di intelligenza tematizzano che un problema di genere esiste. Quando mi viene posta la domanda “tu ritieni di essere un maschio che ha problemi con la parità di genere?” io rispondo di no. Mi rendo conto poi di essere disonesto anche io perché sono cresciuto in una società maschio centrica e dire no perché mi ritengo evoluto significa negare il problema. Se non fosse così vivremmo in una realtà in cui tutti saremmo pari e le donne non sarebbero costrette a scontare alcuni eventi naturali della vita come la maternità. Non vivremmo in un sistema che paga meno le donne degli uomini a parità di funzione. Dovremmo cominciare a capire quali sono quei racconti che tengono conto del fatto che il tema esiste rispetto a quelli che fanno come se il tema non esistesse.
Oltre al confronto con Alice, in questa nuova stagione Conforti si troverà a dover gestire un rapporto difficile con il fratello Giacomo.
Sarà un ingresso dirompente nella vita di Claudio perché Giacomo rappresenterà un detonatore emotivo molto forte. Il suo arrivo porterà ad esplodere dei nodi forti del carattere di Claudio e del suo rapporto con Alice. Sergio sa mettere una bella carica nel lavoro che fa e tra di noi è scattata subito una bella intesa. Umanamente e professionalmente e’ stata davvero una bella sorpresa.
Le fiction RAI hanno celebrato in questi anni i personaggi che hanno contribuito a rendere grande la storia del nostro Paese. Di quale eroe dei nostri tempi ti piacerebbe vestire i panni?
Sono tante le storie che varrebbe la pena raccontare. Provo ad andare contro lo spirito dei tempi. Mi piacerebbe da un lato interpretare un negazionista del coronavirus per capire meglio cosa gli passa per la testa e dall’altro penso non si sia dato finora abbastanza spazio a chi è stato portatore di innovazioni culturali e scientifiche. Se da un lato potrei citarti i miei autori preferiti come Pavese, Calvino, Arturo Benedetti Michelangeli dall’altro penso che esistano tantissimi personaggi del mondo scientifico che sarebbe bello raccontare. Mi vengono in mente Dulbecco e il gruppo dei ragazzi di Via Panisperna.
In futuro ti piacerebbe passare dietro la macchina da presa?
Sicuramente sì e vediamo se e quando succederà.
In questi mesi sei stato in prima linea nella lotta dei lavoratori dello spettacolo con tanti progetti e iniziative. Qual è oggi la situazione dei teatri? Si sta muovendo qualcosa?
Al momento si sta incominciando a pensare che in teatro possano entrare più di 250 spettatori. Si viaggia verso il rispetto della distanza di un metro bocca a bocca e questo consentirebbe di arrivare ad una quota di spettatori che possa andare incontro alla necessità di copertura delle spese di produzione ma anche di sanificazione. Non è ancora abbastanza però perché è importante che in Parlamento si discuta di una proposta che già esiste e che riguarda la tutela del lavoro intermittente dei lavoratori dello spettacolo di modello belga, francese e tedesco.
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