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Ennio Morricone è morto, addio al maestro più grande del nostro cinema

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Ennio Morricone è il migliore di tutti i grandi artigiani del cinema italiano. Usiamo il presente perché nonostante se ne sia andato a 91 anni ( ne avrebbe compiuto 92 il 10 novembre prossimo) questa mattina dopo una caduta che gli ha provocato la rottura del femore pochi giorni fa lui resta con noi e sarà sempre al nostro fianco ogni qualvolta che ascolteremo la sua musica in uno dei tantissimi film.

Un uomo che solo pochi mesi fa era in prima fila all’inaugurazione della mostra su Sergio Leone all’Ara Pacis di Roma, dove è esposto il mitico pianoforte di casa Leone con cui Ennio Morricone ha composto le prime partiture di capolavori come “Per un pugno di dollari”. Dall’Italia all’America la sua grandezza è universalmente riconosciuta, con il solo John Williams che può vantare un numero similare di nomination. Ennio Morricone però a differenza sua ci ha regalato delle colonne sonore immediatamente riconoscibili, ci ha regalato quel senso della meraviglia che soltanto Mozart o Bethoven sapevano donare all’ascoltatore.

La grandezza di Ennio Morricone è stata proprio rendere la musica da cinema ai livelli di quella classica cambiandone completamente la concezione. I primi cineconcerti non è un caso che sono stati quelli con le sue musiche, non è un caso che ogni anno ci sono centinaia di omaggi tra cui quelli dell’Accademia di Santa Cecilia. Ennio Morricone ha continuato ad incantare fino ad oltre 90 anni, con la vitalità di un bambino ed una lucidità molto rara per persone così avanti con l’età.

Chi vi scrive ha avuto l’onore di incontrarlo ed intervistarlo in più occasioni, ricevendo sempre la sensazione di trovarsi davanti ad un maestro un po’ burbero ma che avesse tanto da raccontare sul cinema e la vita. Ennio Morricone si alzava ogni giorno alle 5 e mezza per mantenersi in forma anche in questi ultimi anni, perché secondo lui era fondamentale mantenere in forma il corpo per poter allo stesso tempo fare lo stesso con lo spirito. Tante volte poi aveva raccontato del suo amore per Roma, con la sua casa di Trastevere, e per la sua Roma di cui diceva “Sono più romanista che musicista”. È molto triste che se ne sia andato a poche ore da una sconfitta per cui sicuramente si sarà arrabbiato.

Questi sono soltanto alcuni dei tantissimi aneddoti che ci ha raccontato, così come quello sull’ultima grande collaborazione con Quentin Tarantino che lo andò a convincere a casa personalmente partendo dall’America regalando ad Ennio Morricone quel riconoscimento tanto atteso. Tarantino era a Roma per ritirare il David di Donatello al Teatro Olimpico e racconto in diretta sul palco di aver convinto il grande maestro. Un riconoscimento di stima importante, anche se poi i due si sono scontrati in seguito ad una controversa intervista rilasciata da Ennio Morricone a Play Boy Germania. Questo perché il maestro era senza filtri, una persona verace è autentica.

Il cinema senza colonna sonora perderebbe la sua voce, perderebbe la sua essenza perché a volte delle musiche cambiano completamente le sensazioni trasmesse da una immagine. Ricorderemo sempre quelle di “Mission”, “Nuovo cinema paradiso” e “C’era una volta l’America”, tre gioielli di lavoro inestimabile che avrebbero meritato la statuetta molto più del ”The Hateful Eight” di Quentin Tarantino.

Ho avuto il piacere di ascoltarlo per l’ultima volta in concerto all’Auditorium Parco della Musica di Roma nella Sala Santa Cecilia ed è stata una delle serate più emozionanti della mia vita, una serata magica perché è davvero incredibile come dal movimento di una bacchetta possa scaturire poi un suono tanto magico. Ennio Morricone era il nostro Harry Potter, la sua magia continuerà ad arricchire di meraviglia la vita di tutti noi. Ora potremo raccontare alle generazioni future la sua straordinaria produzione di opere d’arte iniziando il discorso con “C’era una volta il maestro…”.

 

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