Il caffè è un piacere quotidiano, radicato nel tempo, al quale spesso è difficile rinunciare. Secondo ricerche storiche, il 1570 è l’anno in cui il caffè è arrivato in Italia, per la precisione nella storica Venezia, conosciuta in tutto il mondo per la sua cultura, il suo patrimonio artistico, le sue particolarità (i canali e non solo) e dove ogni anno si tiene una delle mostre cinematografiche più importanti e conosciute al mondo.
Qui il padovano Prospero Alpino portò alcuni sacchi di chicchi di caffè dall’Oriente, dando il via ad una vera e propria usanza che di lì a poco si sarebbe diffusa in tutta la nazione. Ben presto questa bevanda, venduta inizialmente in farmacia, ebbe un grande successo, con le “botteghe del caffè” che aumentarono sempre più, tanto che nel 1763 se ne contavano ben 218 a Venezia.
Da questo momento in poi il caffè ha conosciuto un exploit che oggi ne fa una delle bevande più vendute e consumate al mondo. Per curiosità, dando un’occhiata a una infografica sul consumo di caffè, creata e pubblciata nel blog della piattaforme online di Betway Live Casino, si evince che ci sono alcune parti d’Italia in cui se ne consumi di più: ogni anno il nostro Paese importa 300 tonnellate di caffè e in media una famiglia italiana ne consuma circa una trentina di chilogrammi all’anno, e ogni singolo cittadino beve in media 3-4 tazzine al giorno. La città in cui si beve più caffè è Napoli: qui bere il caffè è più di un’abitudine quotidiana, diremmo quasi un culto, perché si crea quella convivialità attorno alla tazzina che lo fa diventare quasi un rituale a cui è difficile dire no. Sul podio delle città italiane dove si consuma di più questa bevanda, al 2° e 3° posto si piazzano rispettivamente Palermo e Roma. Spostandosi nel resto del mondo, sono i paesi del nord europa quelli in cui si beve più caffè.
D’altronde il bere una tazzina di caffè è un modo per compiere un gesto normale, quotidiano, che si presta anche a situazioni diverse: si può stare al bar con amici chiacchierando seduti al tavolino o al bancone, oppure consumarlo soli mentre si naviga su dal proprio smartphone, così da godere un po’ di tempo libero e provare a vivere in maniera diversa questa abitudine.
Caffè e musica al festival di Sanremo
Il binomio musica-caffè non è da sottovalutare, perché sono tanti i cantanti che si sono ispirati a questa bevanda per le proprie canzoni, richiamandola a volte già nel titolo, ma spesso nei testi. E molto diffuse sono le canzoni che, con questo tema, sono state presentate al festival di Sanremo; il festival più importante della canzone italiana, uno degli eventi più longevi della nostra nazione, nato nel 1951, ancora oggi attira milioni e milioni di spettatori davanti alla TV. Rappresenta uno dei principali eventi televisivi italiani, tra i più importanti al mondo, tanto che viene trasmesso in diretta in Eurovisione.
Al vincitore o alla vincitrice del Festival viene consegnata la statuetta del Leone di Sanremo, simbolo dello stemma comunale. Nella kermesse, il 1° a portare la parola “caffè” a Sanremo fu Fred Bongusto nel 1967, con la canzone “Spaghetti a Detroit”: “Spaghetti, pollo, insalatina e una tazzina di caffè, a malapena riesco a mandar giù”. Nel 1969, Riccardo del Turco sul palco dell’Ariston si chiedeva “Cosa hai messo nel caffè”, mentre nel 1981 Fiorella Mannoiabeveva “caffè nero bollente”. Qualche anno dopo Vasco Rossialla sua “Toffee” chiedeva nel testo se gli avesse preparato il caffè e che sarebbe stata una brava moglie. Verso la fine degli anni ‘80 invece Gianna Nannini con la sua canzone “Un ragazzo come te” dice testualmente di volere un ragazzo al mattino che la svegli con 2 baci caldi più del caffè. La canzone che Alex Britti presentò a Sanremo nel 2003 è diventata negli anni molto famosa, forse per la mole di caffè che cita, ben 7000! Arriviamo ai giorni nostri con Francesco Renga che nella canzone cantata nel 2019 “Aspetto che torni” dice “vorrei trovarti ogni notte mentre il mondo qui dorme, quando mi manca una parte di te e la mattina quando mi alzo e c’è solo l’odore del caffè”.
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