Per gli amanti del rap esistono delle mete geografiche imprescindibili. Ce ne consiglieresti qualcuna?
Restando in Italia credo che musicalmente la meta dell’industria sia Milano. Uscendo dal nostro territorio i paesi che apprezzo di più sotto il profilo artistico e musicale sono la Francia e gli Stati Uniti, mondi a cui infatti vorrei affacciarmi. Ogni paese comunque ha le sue caratteristiche e merita di essere meta. Nel caso di un artista ogni mondo può essere di ispirazione.
Come conferma anche la tua discografia, sempre più spesso ultimamente si decide di pubblicare i nuovi progetti tramite un EP, e non direttamente in un album. Puoi dirci il perché di questa scelta?
Da sempre, con il mio produttore, abbiamo cercato di avere un organizzazione alla base per creare i nostri progetti. L’EP nel nostro caso voleva essere un modo più intimo per rappresentare i nostri mondi e credo che come noi la tendenza artistica di pubblicare EP, prima che un album, sia data proprio da fatto di voler esprimere la propria arte in un prodotto più piccolo ma al tempo stesso più denso. Il valore infatti non credo stia nella quantità di pubblicazioni quanto nella qualità e nel messaggio che si riesce ad esprimere ad un pubblico.
Come sarà il tuo prossimo album? Puoi già darci qualche spoiler?
Non voglio spoilerare troppo ma Luna è il primo passo del viaggio che descriverò nel corso del mio album. Sarà un viaggio immaginifico che avrà lungo il suo corso destinazioni diverse.
Puoi dirci chi sono secondo te i rapper più completi in Italia dal punto di vista tecnico?
Dal punto di vista complessivo ci sono molti artisti che apprezzo. Tra gli artisti forti, principalmente dal punto dal punto di vista tecnico, mi sento di citare: Marracash, Lazza, Murubutu e Rancore.
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