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Alesia Adornato: Nel 2024 il cinema sarà donna

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Mai come in questo 2024 il cinema è donna. Dallo strepitoso risultato di Paola Cortellesi con 19 nomination ai David di Donatello, per finire alle nuove leve della regia come Micaela Ramazzotti. Ne parliamo con Alessia Adornato, nuovo talento del cinema di casa nostra, che spiega il suo punto di vista e ci racconta come sta davvero cambiando il ruolo della donna sul grande schermo.

Da statistiche recenti il cinema italiano è tornato a essere apprezzato anche all’estero. Cosa è cambiato secondo lei?

Penso sia cambiato il nostro modo di vedere il cinema. Cerchiamo di adattarci un po’ allo stile americano e questo piace. Prima lo stereotipo del cinema italiano erano le commedie, ora ci stiamo affacciando anche ad altri generi. Non che prima non lo facessimo, ma ultimamente lo stiamo facendo meglio, magari prendendo spunto da altre tecniche. Basti pensare al film “Fabbricante di lacrime” che sta spopolando su Netflix. Ti accorgi immediatamente che prende spunto dai lungometraggi americani (a parte che l’autore del libro non è italiano), e questo piace molto all’estero.

E’ sicuramente l’anno anche delle donne. Basti pensare a quante di loro si sono cimentate anche alla regia. C’è un’inversione di tendenza?

Certo, ma non solo in ambito cinematografico. Penso che comunque le donne abbiano sempre cercato di farsi vedere, ma il cambio di rotta di pensiero ci sta facendo spiccare. Il fatto che comunque nel 2024 si parli ancora di differenze di genere è preoccupante, dovrebbe essere normale che al timone di un film ci sia una donna piuttosto che un uomo. Oppure che in un film ci siano più attrici donne che colleghi maschi. Il ruolo della donna nel cinema si sta evolvendo, se prima si cercava nella maggior parte dei casi solo a sessualizzarla, adesso ha la possibilità di interpretare tante altre figure.

Paola Cortellessi con 19 nomination domina i “David di Donatello”. Lei ha visto il film, l’è piaciuto?

Si ho visto, mi è piaciuto e sono contenta che abbia riscosso tanto successo. Se lo merita. Sia il film, sia la Cortellesi. Tutte queste nomination sono un traguardo straordinario, al di là di quanti premi alla fine si porterà a casa.

Parlando di scuola e studi, lei da attrice alle prime armi cosa pensa delle scuole di cinema? Le ha frequentate, le consiglierebbe?

Le scuole di cinema sono delle risorse preziose, io ho frequentato un’accademia che non mi ha soddisfatto e adesso sto prendendo lezioni private per vari motivi, però comunque la mia idea è quella di ritornare a studiare in una scuola. Mi ci vorrà del tempo perchè non è facile trovare dei corsi seri, ma quando si trovano sono fondamentali. Ti fanno interagire con altri ragazzi che hanno la tua stessa passione, ti confronti e conosci storie, magari non sentendoti più solo, impari cose che da solo ovviamente non potresti acquisire.

Fin dove può arrivare l’ambizione e dove si deve fermare per avere successo?

L’ambizione non ha limiti, non potrebbe essere altrimenti per definizione. Quando una persona è ambiziosa significa che è affamata, che ha necessità di raggiungere l’obbiettivo. E se veramente lo vuole, alla fine lo raggiunge.

Ilenia Pastorelli a “Belve” ha raccontato di essere andata ai primi provini pensando di non farcela. Qual è il suo di sentiment quando deve andare a un casting?

Comprendo benissimo la Pastorelli, sarebbe da pazzi essere certi al 100% di portare a casa un risultato. In ogni caso anche io quando vado ai casting provo ansia, è carattere. Però non permetto all’ansia di averla vita, per cui batticuore o no vado e porto a casa il risultato. Qualunque sia.

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