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Addio a William Hurt, scompare uno dei più grandi attori della Hollywood ’80

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William Hurt

A 71 anni , ma a pochi giorni dal suo compleanno è scomparso William Hurt, morto in famiglia per cause naturali come riportato dalla sua famiglia. Twitter e gli altri social sono ora esplosi nel ricordare l’immenso talento dell’attore legato alla sua carriera, in particolare a tanti film negli anni ’80.

Premio Oscar per Il bacio della donna ragno nel 1986,  e stato candidato l’anno dopo  per Figli di un dio minore di Randa Haines, e nel 1988 per Dentro la notizia di James L.Brooks e ancora 2006 per A History of violence di David Cronenberg.

La sua biografia racconta di una vita segnata dal divorzio dei genitori, dalla morte prematura della madre, dall’uso della droga, ma questi Stati di allucinazione per citare il film di Ken Russell che nel 1980 lo ho portato all’attenzione del pubblico non hanno fermato il suo incredibile talento. Occhi azzurri una recitazione naturale, una vera presenza carismatica sullo schermo.

Infinite le sue interpretazioni negli anni ’80 e ’90 tanto da farlo diventare perfino un sex symbol e una superstar di Hollywood. Con  Brivido Caldo di James C. Cain assieme alla bella Kathleen Turner rappresentano la storia di due amanti maledetti, tanto poi da fara sviluppare una intensa attesa artistica da farli divenire quasi una coppia fissa con altre quattro pellicole: Il grande freddo dell’83 , Figli di un dio minore (1986), da Turista per caso (1988) e  T’amerò fino ad ammazzarti (1990).

Willam Hurt dopo i trionfi e l’oscar degli anni ’80 prosegue in modo trionfante negli anni ’80 con successi come Gorky Park di Michael Apted (1993),  recita , anche grazie alle sue caratteristiche,  con tanti registi che lo vogliono da Woody Allen in  Alice (1990) e Wim Wenders  Fino alla fine del mondo 1991, Luis Puenzo  La peste e tanti altri. Nel 1996 William Hurt incontra Franco Zeffirelli per il quale diventa il disperato Signor Rochester di  Jane Eyre dal romanzo di Charlotte Bronte.

Le collaborazioni di Hurt si alternano anche a lunghi periodi di pausa, legati anche ai suoi problemi di abusi a volte di alcool, o droga, anche se in realtà forse parliamo solo di gossip, William Hurt in realtà cercava e ha sempre cercato di proteggere la sua privacy e le sue scelte cinematografiche si sono fatte sempre più rarefatte, ma non per questo meno efficaci. Ad alcune scelte autoriali, ad altre per dare retta al proprio agente vedi  Lost in Space  di Stephen Hopkins, nel 2001 ci pensa Spielberg a riportarlo al grande cinema con A.I. – Intelligenza artificiale, a cui seguiranno altre collaborazioni importanti come quella con David Cronenberg in  History of Violence  (2005) e poi con Robert De Niro nel suo  The Good Shepherd  (2006). La carriera prosegue con molte apparizioni se le vogliamo chiamare in questo modo da: Into the Wild  di Sean Penn,  The Village  di M. Night Shyamalan,  L’incredibile Hulk  di Louis Letterier,  La contessa di Julie Delpy,  Robin Hood  di Ridley Scott,  The Host” di Andrew Niccol,  e riesce a suo modo anche ad entrare nella famiglia Marvel  con  Captain America: Civil War  di Anthony e Joe Russo e la serie degli  Avengers  e altri film legati al Marvel Cinematic Universe.

Il suo ultimo  ruolo, che vedremo postumo, è quello di  Père La Chaise  nella pellicola  La figlia del re  diretta da Sean Mcnamara.  Ma al di là dei tanti film, che molti avranno la possibilità di riscoprire, resta davvero il rimpianto per un’attore, che forse a modo suo si era già ritirato con il suo talento, ma lo vogliamo ricordare nella sua apparizione a mio giudizio più intensa in quel Big Too Fail diretto da Curtis Hanson realizzato per la tv nel 2011 da HBO che si focalizza sulla crisi economica del 2008 dei subprime che fece crollare Wall Street  e quasi tutto il mondo in un nuovo 1929. In questa pellicola  Willam Hurt è Henry Paulson il Segretario al tesoro degli Stati Uniti che riuscì in parte a contenere il disastro. Una interpretazione che ottenne le nomination per Emmy e Golden Globe senza vincere, forse perché il personaggio era troppo scomodo e reale  grazie alla sua interpretazione, e per questo il rimpianto per la sua scomparsa è ancora più Big.

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