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Vinnie Marakas ci racconta il suo nuovo EP “Giovane Cagliostro”

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Esce venerdì 25 febbraio 2022Giovane Cagliostro“, il primo EP di Vinnie Marakas sotto l’egida Dischi Sotterranei, per la produzione di Richard Floyd.

Un genere poliedrico, ibrido, che potremmo chiamare ‘ITALIAN TOUCH” in cui più urgenze espressive chiedono il proprio spazio vitale, o almeno il proprio lessico per essere ascoltate. Vuoi la gravità, vuoi il tempo: ogni cosa cade e decade. E non è né un bene né un male, ma semplicemente un fatto, che può essere banale, spaventoso, emozionante, o spettacolare:, proprio come i sogni. “Giovane Cagliostro”, oltre che un omaggio al celebre alchimista imbroglione di cui porta il nome, è soprattutto un inno scapigliato e allucinato alla decadenza, in cui tra citazioni, reiterazioni e calembour viene sviluppata un’eccentrica dialettica  tra il “vero” e il “possibile verosimile”, che richiama in chiave retrofuturistica e pop-apocalittica, il “Dualismo” di Arrigo Boito e le “Penombre” di Emilio Praga.

Noi, come sempre, abbiamo deciso di fargli qualche domanda!

– Chi è il Giovane Cagliostro che dà il titolo al tuo nuovo disco?

Io fui e sono, tra gli altri, Giuseppe Balsamo conte di Cagliostro, nobile viandante ed eretico profeta. E reclamo tale nome: chiunque reciti Shakespeare è egli stesso Shakespeare.

– Ha ancora senso pubblicare un disco con più tracce nel 2022?

A seconda dell’Idea che quel disco serve. Credo che non si possa generalizzare: può avere senso pubblicare un disco con una singola traccia, come uno con cinquanta. Dipende dalle sensibilità in Opera, e da quelle a cui l’Opera si rivolge. A volte ha più senso non pubblicare nulla.

– E come descriveresti la prog-rave a chi non sa di cosa si sta parlando?

Non so nemmeno io di cosa si sta parlando. Ma d’altronde, è sempre così importante dare un significato o una definizione alle parole? Si perde gran parte del potere evocativo del suono, delle connessioni non mediate che un significante sa accendere in una mente qualsiasi. Ma non voglio eludere la tua domanda, quindi quello che posso fare è interpretare, secondo le mie possibilità e i miei riferimenti. Credo si possa riferire a una commistione di elementi elettronici che si rifanno sia al rock progressivo degli anni ’70, sia alla scena rave e ambient house di fine anni ’80 e inizio ’90, Penso a The Orb, ai Cluster, ai KLF. Ma magari a te suggerisce qualcos’altro, ed è così che dovrebbe funzionare la musica.

– Hai già avuto modo di esibirti dal vivo? Com’è adanta?

Dovresti chiederlo a chi è stato testimone delle epifanie che hanno avuto luogo finora. Ma direi bene. Lo spettacolo è un accidente tra un montaggio e uno smontaggio. Il mio lavoro è creare le condizioni per cui quell’accidente accada.

– Programmi per il futuro?

“Lascia dormire il futuro come merita: se lo svegli prima del tempo, otterrai un presente assonnato“

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