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Tigers, il lato oscuro del pallone

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Tigers

La storia di come il sogno di una vita di tanti ragazzi si sia trasformato in un incubo e delle circostanze esterne e interne che, combinate, li hanno portati alla depressione e al crollo mentale.

Il film ci tocca da vicino, visto che il calciatore militò nelle file dell’Inter, ed è un efficace accusa ad una industria sportiva decisamente interessata solo ai soldi, più che al benessere psicofisico dei suo atleti.

Per Martin (Erik Enge)  gracilino ma in realtà giovane promessa del calcio, l’arrivo nel dorato mondo del pallone è qualcosa che lo proietta subito in un universo difficile e complicato. I suoi primi contatti con i compagni di squadra, che lo mettono in guardia “Non devi fidarti di nessuno”, come lo avvisa al suo arrivo proprio uno di essi. La difficile e complicata relazione con la modella Vibeke, incontrata ad una festa da urlo; il suo problematico rapporto con il direttore sportivo Galli , interpretato da un efficace Maurizio Lombardi.

Il prezzo da pagare per raggiungere la sua grande occasione alla “Scala del calcio” lo porta rapidamente a perdere i propri spazi, dall’arrivo alla primavera dell’Inter nella Milano da bere, ben lontana dalla sicurezza della sua casa in Svezia, ad ogni partita che viene indicata come un’audizione dagli aggressivi compagni. L’obiettivo è arrivare nell’olimpo della prima squadra, e Martin, in breve, subisce tutta la pressione con l’ansia di fallire, nonostante sia un vero prodigio nel controllo della palla.

La regia si concentra proprio su questa ossessione di Martin, con tanto di dettagli e continui primi piani che ci consentono di stare sempre più vicini al protagonista. La metafora della tigre mansueta che per venti anni ha vissuto in uno zoo cinese e, poi, ha attaccato l’uomo che gli dava da mangiare giustifica il titolo.

Tigers è un film da far vedere specialmente a tutti i giovanissimi che, spinti dai genitori fin dalla tenera età a giocare a pallone, sognano la carriera dorata (e i soldi) per il figlio. E l’atto di accusa allo sport industriale visto in altri film europei o made in USA giunge davvero potente come un ruggito di una tigre.

Forse, ora che abbiamo trionfato nei campionati Europei 2021 è il lungometraggio giusto per effettuare una riflessione sul tanto decantato mondo del calcio, che dona a pochi fortunati gloria e denaro lasciando, al contempo, davvero troppe vittime che tentano di arrivarvi.

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