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Limbrunire ci racconta il suo nuovo singolo “Un’ora d’aria”

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Esce venerdì 29 ottobre 2021 Un’ora d’aria, il nuovo singolo del cantautore ligure Limbrunire (al secolo Francesco Petacco), un nuovo capitolo che, con synth trascinanti ed evocativi, come una profezia casuale (perchè questo brano nasce in realtà prima della pandemia globale che ci ha colpito), evidenzia l’esigenza di prenderci una pausa: dal lavoro, dal nostro pianeta, da tutto quanto, anche solo per un’ora, anche solo per tornare da te.

Ecco cosa ci hanno raccontato!

Come si concilia il tuo lavoro di scrittore con quello del cantautore?

Applicando una gran dose di curiosità e pazienza. Nel mio caso l’una non esclude l’altra in fase di produzione, ovvero, entrambe si contaminano, ma è difficile dedicarmi alla scrittura di un romanzo e al contempo comporre un brano. Ho bisogno di essere totalmente immerso nel flow, nei loro distinti microcosmi per essere quantomeno credibile a me stesso, per scindere l’arte dal fine.

In che modo Un’ora d’aria rappresenta un momento di svolta per te?

Nell’essere un punto di ripartenza speranzoso dopo un anno di “silenzio” musicale, dopo un lungo periodo di stasi e riflessione.

Come hai sfruttato il tempo concesso dalla pandemia?

Scrivendo un romanzo (Io, tu e le piramidi), un Ep. Strumentale (Kalpa) e creando un’installazione interattiva di promozione a quest’ultimo, tenendo conto e rendendo protagoniste le vigenti norme sanitarie durante la performance. Ho sperimentato inoltre nuove sonorità e prodotto nuovi brani che andranno a comporre il disco in uscita nel 2022. Infine ho allevato due galline, coltivato un orto e contemplato la natura che si riappropriava dei suoi spazi.

Ha ancora senso pubblicare dischi in un momento dove tutti pubblicano singoli su singoli per inseguire l’algoritmo?

Ha senso proprio per questo motivo, perchè tutti pubblicano singoli su singoli per inseguire un qualcosa che scinde completamente l’arte dal suo atto creativo, banalizzando l’ispirazione e tutto ciò che la antecede. Chi fa arte deve secondo me difendere a spada tratta il suo demone, la sua luccicanza, il suo percorso, ciò che lo ha tenuto sveglio notti intere, ciò che lo rattrista e avvilisce, altrimenti si riduce tutto a mero riempitivo di sottofondo alla vita.

Come stai in questo momento?

Si sta come d’autunno, sugli alberi, le foglie. Resisto alle intemperie di questi anni ’20 praticando l’evasione coatta creativa. Grazie.

L.

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