Cultura

“Ri-trovamenti. Il gioiello tra Roma e Valenza”, al Museo Napoleonico la mostra che apre la Jewelry Week capitolina

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In occasione della Roma Jewelry Week 2023 (RJW), dal 7 al 15 ottobre, le sale del Museo Napoleonico ospitano la mostra Ri-trovamenti. Il gioiello tra Roma e Valenza, a cura di Monica Cecchini e Claudio Franchi.

L’iniziativa, promossa e ideata dall’associazione Incinque Open Art Monti, vede quest’anno la collaborazione organizzativa e logistica con il Municipio I – Roma Centro, con il VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia e con il Comune di Valenza, e il patrocinio della Città metropolitana di Roma, dell’Assessorato alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e alle Pari Opportunità.

La rassegna è volta alla valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico e immateriale.

L’intento è quello di recuperare la consapevolezza dell’alto valore culturale delle arti e della creatività, delle tradizioni che possono esser messe a disposizione delle innovazioni e della contemporaneità e viceversa.

Se nel 2022, in occasione della prima edizione della settimana valenzana del gioiello, gli artisti della Neo Scuola Romana del gioiello contemporaneo sono stati ospitati a Valenza, per quest’edizione della Roma Jewelry Week 2023 (RJW) le opere nate a Valenza sono in esposizione nella Capitale con l’intento di rinnovare questo incontro tra le arti, anticipando la seconda edizione della Valenza Jewelry Week del 2024.

Roma è qui rappresentata dalla Neo Scuola Romana del Gioiello Contemporaneo con la partecipazione de Le Sibille, e Valenza da una rappresentanza degli artisti e Maestri orafi selezionati da Archivi Orafi Valenza.

Il presente progetto, ideato per il Museo Napoleonico, prende spunto dalla volontà di far dialogare le due realtà per far comprendere il valore culturale insito nella creazione manuale, attraverso il racconto della storia, ricercando e ritrovando testimonianze di ciò che è stato e di ciò che sarà la memoria del nostro saper fare nazionale.

Il titolo della mostra è nato dall’idea di Claudio Franchi, Maestro d’Arte orafo-argentiere e curatore della Neo scuola Romana del Gioiello Contemporaneo, e si pone l’obiettivo di segnare l’esperienza della partecipazione dello spettatore alla costruzione dell’opera e del senso complessivo dell’esperienza artistica, ri-trovare il senso di forme descrivibili, tradotte dal luogo del pensiero, dell’immaginazione e quindi della forma intima, stimolando il riguardante alla ri-scoperta del valore della storia ri-visitata con i nuovi occhi del proprio tempo.

Il sostantivo composto evoca una funzione di comunicazione multipla: l’attitudine alla ricerca di un segno colto degli autori di Scuola Romana e il debito nei confronti della propria storia e identità che, nella fattispecie della presente edizione, si sublima nei luoghi museali della storia per eccellenza.

Ri-trovamenti diviene il terreno di condivisione del progetto Archivi Orafi Valenza, promosso dal Comune di Valenza con il sostegno della Regione Piemonte e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, in collaborazione con l’Associazione “Amici del Museo dell’Arte Orafa Valenza”, il For. Al “Vincenzo Melchiorre”, il Gruppo Aziende Orafe Confindustria Alessandria e la Camera di Commercio di Alessandria.

Per la Neo Scuola Romana, gli artisti sono: Laura Abramo, Riccardo Alfonsi, Glauco Cambi, Flavia Diamanti, Fontana Gioielli, Forlenza Gioielli, Franchi Argentieri, Cristiana Perali, Anna Pinzari, Negri Gioielli, Rose’s Jewellery, Nicola Vitali; con la partecipazione de Le Sibille per Archivi Orafi Valenza, Annaratone, Barberis Carlo, Callegher, Ceva gioielli, Crivelli gioielli, Leo Pizzo, Margherita Burgener, Monile Jewels of Italy, Moraglione, G. Verdi & C., For. Al “Vincenzo Melchiorre”.

In mostra è presente anche il gioiello La fragilità degli abbracci/Raíz de luz, opera frutto della collaborazione tra l’artista Elizabeth Aro e la ditta Lombardi Srl. Il gioiello è parte del progetto Fragile bellezza promosso dal Comune di Valenza e curato da Lia Lenti e Domenico Maria Papa.

La scelta di una sede espositiva come quella del Museo Napoleonico, luogo che custodisce principalmente le opere d’arte e i cimeli napoleonici lasciati in eredità a Roma dal Conte Giuseppe Primoli, è stata dettata dal concetto di riscoperta del valore storico del fare, visto attraverso il vissuto di una grande famiglia. Un museo intimo nel quale i dettagli raccontano molto delle identità, della cultura, dell’arte, dell’artigianato e della moda. Fondamentale è il nesso con il gioiello, poiché nella prestigiosa collezione sono conservati monili di famiglia unici come i gioielli sentimentali con acrostico (il braccialetto di Madame Mere, madre di Napoleone, e la spilla di Carolina Bonaparte, sua     sorella),     la     demi-parure     in     micro-mosaico     realizzata     da     Antonio     Aguatti, e i porte-bouquet, immancabili accessori per le dame del secondo Impero.

In occasione della mostra, il Museo Napoleonico espone al pubblico un set di placchette in micro- mosaico per parure del periodo repubblicano romano con simboli della Rivoluzione Francese, recentemente oggetto di un intervento di valorizzazione e nuova esposizione.

Foto concesse dall’Ufficio stampa

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