Esce giovedì 25 novembre 2021 per iSugo Records (e in distribuzione Artist First), Faccio un salto in Africa, il nuovo singolo di Moscardi. Un nuovo capitolo per il cantautore cagliese classe 1994: uno schiaffo pop ai radical chic, una critica ironica all’Occidente, un brano per chi non accetta ancora la fine dell’estate. La società occidentale moderna, dice lo stesso Moscardi, ricca di denaro e beni di consumo ma povera d’animo, ha partorito creature spesso molto attente ai propri bisogni e un po’ meno a quelli degli altri. In questa canzone, l’Africa diventa il continente-simbolo di questo scambio davvero poco Equo&Solidale, con la speranza che il prossimo salto in Africa lo faremo per dare il nostro aiuto incondizionato.
- Partiamo con una presentazione di stampo classico: chi sei, da dove vieni, come descriveresti il tuo progetto artistico a chi ti scopre per la prima volta?
Mi chiamo Francesco Moscardi e vengo da Cagli, un piccolo paesino dell’entroterra marchigiano.
Il mio progetto artistico riflette un po’ quello che sono io, ovvero un mix di influenze ed interessi diversi, che hanno però un filo conduttore.
E il filo conduttore è il mio modo di vedere e vivere la vita.
- Parliamo un po’ del tuo background musicale: quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato e quali sono state le esperienze maggiormente rilevanti nel corso della tua formazione?
Di esperienze ce ne sono tante (per fortuna!) ed ognuna mi ha aperto la porta su un mondo che non avevo ancora esplorato.
Per quanto riguarda le influenze artistiche, direi senz’altro James Taylor, che da adolescente mi ha catturato con la sua voce perfetta e le sue melodie intramontabili; e da lì a cascata altri artisti più moderni, da Ed Sheeran a Niccolò Fabi, da James Bay a Jovanotti.
- Come dovrebbe essere secondo te un live perfetto?
Non ne ho in mente uno in particolare.
In generale vedo la mia musica come luogo di aggregazione, esattamente come le feste in casa o in giardino che facevo da piccolo.
Una casa nella quale, però, ci sono anche stanze più nascoste in cui poter dare spazio alla mia intimità.
- Quali sono, secondo te, i pro e i contro della scena musicale in Italia?
I pro sono anche i contro e riguardano noi così come il resto del mondo.
Ognuno può far musica ed esprimersi dalla mia propria stanza con strumenti molto performanti, ma questo porta anche ad una saturazione dell’offerta e, se non si sta attenti, ad una graduale omologazione delle idee sulla base dei trend del momento.
A mio parere, nella musica (e nell’arte in generale) non esistono il Bene e il Male, si tratta “solo” di utilizzare i mezzi e gli spazi a disposizione per dire ciò che si ha da dire.
- Come è nata l’ispirazione per “Faccio un salto in Africa” e qual è la situazione ideale per ascoltare questo tuo pezzo?
È nata abbastanza per caso.
Sono partito da un abbozzo di melodia e da questa frase che poi è diventata il titolo. In un secondo momento ho costruito attorno il testo, cercando di riportare in maniera leggera e ironica il mio punto di vista su un argomento piuttosto delicato come questo.
Spero di esserci riuscito, ascoltatelo dove e come volete e fatemi sapere.
- Cosa puoi raccontarci del tuo disco in uscita?
In questi giorni è uscito “Rosso Moscardi Plus”, ovvero una riedizione in vinile del mio primo EP, con l’aggiunta di qualche bonus track e di una buonissima bottiglia di vino biologico prodotto nella mia zona.
Per il resto, non c’è ancora un vero e proprio disco all’orizzonte, ma una serie di canzoni che stanno piano piano prendendo forma e che col tempo mi indicheranno la strada.
..o almeno spero!
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