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“Melody” è il nuovo singolo di Irene Olivier estratto dal suo disco “V-Deocrazy”: conosciamola meglio

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Quando hai deciso di dedicarti alla musica e perché? 

La musica c’è sempre stata nella mia vita. Ma posso dire che il punto di svolta e quindi del passaggio dal “cantare per me stessa” alla composizione di pezzi, miei è arrivato circa due anni fa’, al tempo del primo lock down. Quello è stato il momento in cui ho avuto l’opportunità di un’etichetta discografica che mi ha permesso di cominciare a “fare sul serio” e quindi poter registrare e produrre i miei pezzi. Il perché credo sia quello che caratterizza un po’ tutte le persone che cercano di creare qualcosa a livello artistico: è un’esigenza di voler trasmettere delle emozioni. Diventa quasi una necessità a volte. Un modo per esprimersi e poter raccontare qualcosa di se che non si è in grado di fare altrimenti.

Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della musica? Raccontaceli. 

La mia passione per la musica c’è sempre stata. Mi ha accompagnata fina da piccola e per questo devo ringraziare i miei genitori. Grazie a loro, sono sempre stata immersa nella musica. Dalla classica al rock si è sempre ascoltato tanto e di tutto a casa nostra.

Fin da ragazzina poi mi è sempre piaciuto cantare e provare a mettere i miei pensieri in versi.

Il passaggio però dal puro canto per piacere personale alla discografia, è arrivato circa due anni fa’, quando sono stata contattata dall’etichetta StrangerArts, ed ho avuto l’opportunità di iniziare a incidere i miei pezzi.

Qual è il tuo genere musicale? 

Il mio genere musicale è il Pop/Elettronico senza però mai dimenticare arrangiamenti più “classici”, che sono un po’ un richiamo della mia adolescenza.

Non nego però di aver voglia di spaziare in futuro su sonorità più rock.

Quali artisti hanno influenzato la tua scelta musicale? 

Difficile fare un elenco di tutti gli artisti che mi hanno influenzato maggiormente.

Credo che tutto il mio bagaglio musicale sia una sintesi di generi e artisti completamente diversi tra loro, e che mi hanno “regalato” tutti qualcosa.

Dagli U2 ai Muse, dagli Skunk Anansie a Robbie Williams. Spazio moltissimo tra generi e Artisti, come vedete.

Se però devo proprio fare un nome su tutti, pensando a chi ascolto tantissimo ‘oggi’, non posso negare che da un paio di anni a questa parte, sto ascoltando (e adorando) Billie Eilish.

Com’è nata l’idea del tuo disco?

L’idea del disco è nata in modo direi naturale.

Fin dall’inizio, avevo pensato che avrei voluto racchiudere una serie di pezzi, dalle sonorità simili, in un album che fosse una sorta di concept album.

E’ nato così V-Deocrazy, che è proprio un ‘viaggio’ di circa mezz’ora tra sogni e incubi.

Sogni che non sono necessariamente belli ed incubi non completamente negativi.

L’idea dualismo sogno-incubo è proprio il “concept” che lega tutti i pezzi.

Il titolo “V-Deocrazy” è una parola inventata. Sono partita da un’altra parola inventata, ovvero “VideoCracy”, ovvero la mia idea di “potere del video” e quindi la supremazia dell’apparire sull’essere. Da qui però ho voluto aggiungere uno step, sostituendo la C con una Z, (VideoCraZy). Questo per aggiungere la follia, come caratteristica di questa epoca.

Il senso finale della parola è quindi “il potere folle del video”.

E infine, perché la V separata dal resto della parola? Molto semplice, perché questo titolo è stato concepito il giorno del V-Day in Italia, ovvero il 27 dicembre 2020 e volevo che fotografasse un momento specifico di quest’era, folle quanto inaspettata.

In questo periodo sei salita su un palco?

Purtroppo no. Ma conto di poter portare V-Deocrazy live nell’estate 2022. Ancora prematuro dare delle date precise, ma sto lavorando a questo.

Che cosa nei pensi dei Talent Show? 

Sono sincera. Li seguo più o meno tutti, ma non ho mai sentito l’esigenza di partecipare a un Talent. Credo siano una vetrina incredibile, che dà una visibilità enorme e in tempi record. E per questo, partecipare a un Talent potrebbe essere veramente una svolta nella carriera di un musicista o un cantante. Allo stesso tempo però, la velocità con cui i Talent creano personaggi, si riflette anche nella velocità del ‘bruciare’ arte e idee.

Qualcuno poi ce la fa, e come se ce la fa ! (i Maneskin per esempio…), ma sono veramente in pochi quelli che dopo il Talent riescono a continuare a lavorare agli stessi livelli.

Cos’è la musica per te? 

Dire “vita” sarebbe un po’ banale.

Ma per quanto banale, se dovessi pensare a una vita senza musica, e non sto parlando della mia, ma della Musica in generale, sarebbe una vita vuota, triste, con emozioni a metà.

La musica, anche in maniera involontaria, ci accompagna da sempre.

Io personalmente se devo pensare a una vita senza musica, penso a un film senza colonna sonora o anche semplicemente senza effetti sonori.

Un horror non farebbe più paura, un thriller non creerebbe più ansia, un grande finale romantico non farebbe più scendere una lacrima.

Tutto si svuota completamente dalle emozioni.

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