Televisione

Dagli anni ‘80 al Metaverso: Come i game show hanno riscritto l’intrattenimento

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Da semplici programmi televisivi a fenomeno culturali (e digitali) di grande successo. Ecco come sono cambiati i game show dagli anni 80 a oggi.

Dietro ogni cambiamento, grande o piccolo che sia, c’è la tecnologia, c’è la cultura, ci sono abitudini e riti, c’è la società. E per studiare tutto questo non servono grandi esempi, grandi fenomeni, grandi eventi. A volte basta qualcosa di piccolo, di semplice, ma ugualmente di impatto. Prendiamo il caso dei game show, i programmi televisivi che univano competizione e intrattenimento. Ecco, la loro parabola è esplicativa di come è cambiata la televisione, di come sono cambiati i media. E di come siamo cambiati noi.

Andiamo per gradi però e partiamo dall’inizio. Quando nascono i game show televisivi? I primi sono quelli degli anni 50, nella televisione americana. A definire il genere sono senza dubbio “Il prezzo è giusto” e “Jeopardy!”. Gli ingredienti? Intrattenimento, interazione tra presentatore e concorrenti, senso di partecipazione che veniva trasmesso anche al pubblico a casa. Una ricetta di successo dal momento che i numeri parlano di almeno 10 milioni di spettatori a settimana. Come spesso accade, le cose in Italia arrivarono un po’ più tardi. Primo esempio tra i game show più famosi della tv italiana fu “Il Rischiatutto”, andato in onda nei primi anni 70 sulla Rai e condotto dall’intramontabile Mike Buongiorno. Poi fu il tempo de “La Ruota della Fortuna” e di “Chi vuol essere milionario”, negli anni 90, tra i programmi più iconici della nostra televisione, in grado di unire intrattenimento, cultura e divertimento.

Anche adesso i game show continuano a fare numeri e a occupare i palinsesti della nostra tv: “Affari Tuoi” e “l’Eredità” su Rai 1, “Avanti un altro!” su Canale 5 con la famosissima coppia Paolo Bonolis e Luca Laurenti, e ultimamente anche “Famiglie d’Italia” su La7 condotto da Flavio Insinna. Ma il presente dei games show è solo questo? Ovviamente no. Oggi questi programmi trovano nuova vita nelle app, nei giochi per cellulari e nelle piattaforme online. Oppure direttamente tra le sezioni di un casinò online. È l’esempio del game show Crazy Time, sviluppata da Evolution Gaming proprio a partire dai meccanismi classici dell’intrattenimento televisivo. Lanciata nel 2020, la slot prevede la partecipazione dei giocatori ad un’esperienza interattiva con croupier dal vivo che orbita intorno ad una ruota gigante che include moltiplicatori di vincita, mini giochi, bonus. Si tratta di uno dei giochi più popolari in Europa ma anche in Asia, a conferma di come i game show televisivi continuino a fare breccia nel cuore degli appassionati, anche se sotto altra forma.

Ma se questo è il presente, quale sarà il futuro di questi programmi televisivi? Gli esperti guardano soprattutto alla frontiera della Realtà Aumentata e del Metaverso, che promettono di trasformare gli spettatori in veri e propri concorrenti virtuali, andando così ad eliminare la distinzione tra pubblico e partecipanti. Si potrà quindi partecipare al proprio gioco preferito rimanendo comodamente sul divano di casa, rispondere alle domande, girare la ruota della fortuna, scegliere la risposta giusta. Una prospettiva che forse mette quasi paura e che invece è più vicina di quanto si possa immaginare. Così come lo è un futuro dove i game show continueranno a farci divertire.

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