Berlinale 72. Vince Alcaràs di Carla Simon l’Orso d’oro come miglior film alla 72esima edizione della Berlinale, che ha segnato il ritorno in presenza del festival. La pellicola che vede anche italiana Kino Produzioni tra i produttori, racconta la storia di una famiglia minacciata proprio ad Alcarràs, dove gli alberi da frutta devono essere sostituiti da pannelli solari. Successo anche per l’Italia con Leonora Addio” di Paolo Taviani, unico film italiano in concorso nella Selezione Ufficiale del Festival premiato dalla giuria Fipresci, la critica internazionale, con questa motivazione: “Guidato dallo spirito libero del genio di Pirandello, il regista mescola poesia, malinconia, ma anche ironia, fantasia e letizia per raccontarci i misteri della vita, della morte e della memoria”. La giuria internazionale guidata da M.Night Shyamalan (leggendario regista di tanti capolavori a cominciare da Il sesto senso) affiancato da Karim Aïnouz, Saïd Ben Saïd, Anne Zohra Berrached, Tsitsi Dangarembga, Ryûsuke Hamaguchi e Connie Nielsen. Il vincitore è stato scelto tra una selezione di 18 film, ecco tutti i premi:
Congratulations to all winners! We're so excited to finally see this year's winners with their well-deserved awards. "Alcarràs" by Carla Simón and produced by María Zamora, Stefan Schmitz, Tono Folguera and Sergi Moreno took home the Golden Bear for Best Film. Pure joy on stage! pic.twitter.com/b3TjLJ5KiV
— Berlinale (@berlinale) February 16, 2022
- Orso d’argento Gran Premio della Giuria: The Novelist’s film di Hong Sangsoo
- Orso d’argento Premio della Giuria: Robe of gems di Natalia Lopez Gallardo
- Orso d’argento per la migliore regia: Claire Denis per Both sides of the blade
- Orso d’argento per la migliore interpretazione protagonista: Meltem Kaptan per Rabiye Kurnal vs George W.Bush
- Orso d’argento per la migliore interpretazione non protagonista: Laura Basuki per Nana (Before, Now & Then)
- Orso d’argento per la miglior sceneggiatura: Laila Stieler per Rabiye Kurnal vs George W.Bush
- Orso d’argento per il miglior contributo artistico: Rithy Panh per Everything will be okay
- Orso d’oro alla carriera: Isabelle Huppert
Una manifestazione comunque segnata dal covid, dove molti giornalisti sono stati segnalati positivi e la stessa Isabelle Huppert non è potuta venire di persona ed è intervenuta con un video messaggio a causa della postitività.
- Orso d’oro per il miglior film (cortometraggio): Trap di Anastasia Veber
- Orso d’argento – premio della giuria (cortometraggio): Manhã de Domingo di Bruno Ribeiro
- Miglior primo lungometraggio (Best First Feature Film): Sonne di Kurdwin Ayub
- Berlinale Shorts, menzione speciale: Bird in the peninsula di Atsushi Wada
- Miglior documentario: Myanmar Diaries
- Sezione Incontri, premio per il miglior film: Mutzenbacher di Ruth Beckermann
- Sezione Incontri, premio per la miglior regia: Unrest di Cyril Schäublin
- Sezione Incontri, premio speciale della Giuria: See you Friday, Robinson di Mitra Farahani
Ultima nota segnaliamo il film che speriamo di vedere presto, visto le attuali “isterie americane” riguardo invasioni fantasma, pellicola che non per nulla si è preso due Orsi D’argento per la sceneggiatura e miglior protagonista per Meltem Kaptan, parliamo di Rabiye Kurnal vs George W.Bush.
Una storia vera che ci racconta l’odissea Rabye Kurnaz interpretata dalla vincitrice, una tranquilla donna turco-tedesca che si prendeva cura dei suoi figli e viveva in una confortevole casa a schiera a Brema e che dopo gli attentati dell’11 settembre vedrà suo figlio Murat di 19 anni, scomparire, ed apparire poi nella famigerata Guantanamo Bay accusato di terrorismo dopo essere volato a Karachi, in Pakistan. Uno dei primi prigionieri spediti nella prigione americana situata a Cuba. Dopo l’ottobre 2001, Rabiye si è trasformata in una vera “Madre Coraggio” e si è trovata coinvolta in una lunga battaglia legale per rivedere suo figlio e garantire i suoi diritti umani fondamentali. Una splendida pellicola diretta da Andreas Drese che vedrà la donna con la sua famiglia arrivare a fare causa al presidente degli Stati Uniti George W. Bush, per liberare il figlio ingiustamente accusato, torturato e detenuto per lunghissimo tempo. Una storia che ci ricorda quella tragica del nostro Giulio Regeni, per una pellicola che speriamo presto di vedere anche sui nostri schermi.
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